LA RIFORMA DEI LICENZIAMENTI NON É UN TRADIMENTO DEI LAVORATORI
Toni da Terza Internazionale nelle critiche di Pierre Carniti e Bruno Trentin
Corriere della Sera, 22 luglio 1997
Due leader storici della Cgil e della Cisl, Pierre Carniti e Bruno Trentin, rivolgono dure critiche alla riforma dei licenziamenti proposta nel mio libro Il lavoro e il mercato, ripresa da Franco Debenedetti in un disegno di legge recentemente presentato al Senato.
Quella di Carniti, contenuta in un'intervista sul Mondo di questa settimana, e' sostanzialmente un'accusa di tradimento: dopo aver lavorato lungamente per i lavoratori, nel movimento sindacale, sarei "passato dall'altra parte". A questa accusa, formulata con toni che riecheggiano un certo stile da Terza Internazionale, non posso che rispondere richiamando quanto ho scritto nel libro e ancora piu' volte su queste colonne, per mostrare come il regime di sostanziale inamovibilita' oggi assicurato dalla legge a tre milioni e mezzo di impiegati pubblici e a sei milioni di dipendenti di imprese private medio - grandi, su di una forza - lavoro complessiva di ventitre', non corrisponda a un interesse comune a tutti i lavoratori.
E' un regime dal quale la maggioranza e' permanentemente esclusa; e l'esclusione e' tanto piu' irrimediabile, quanto piu' rigida e' l'inamovibilita' della minoranza.

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