LA SINISTRA DEL POSTO FISSO
Corriere della Sera, 21 agosto 2001
La protezione contro il licenziamento è come un' assicurazione dei lavoratori contro le incertezze del futuro, in cambio della quale i lavoratori stessi pagano un prezzo, una sorta di «premio assicurativo»; per effetto dello Statuto del 1970 le imprese italiane si accollano un maggiore rischio, ma di fatto pareggiano il conto pagando retribuzioni più basse. Ogni Paese sceglie - e può farlo soltanto con una legge vincolante per tutti - il grado che preferisce di copertura assicurativa a favore dei lavoratori, pagandone il prezzo con una corrispondente riduzione del livello medio dei loro redditi.
Ragioni serie di equità (superare la divisione drastica nel mercato del lavoro italiano fra lavoratori iperprotetti e lavoratori non protetti o disoccupati permanenti, che a conti fatti sono più di metà del totale), oltre che ragioni altrettanto serie di efficienza (favorire il necessario aumento della partecipazione degli italiani al mercato del lavoro), deporrebbero a favore di una attenuazione della rigidità della disciplina dei licenziamenti, che almeno allinei il nostro sistema con quello dei maggiori partner europei.

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