Il Libro bianco presentato ieri dal ministro del Lavoro Maroni contiene novità sorprendenti: per i suoi avversari, che probabilmente non si attendevano da un «politico puro» un documento così denso di contenuti impegnativi, ma anche per i suoi alleati e compagni di partito, che sicuramente non pensavano che fosse proprio lui, a quattro giorni dal referendum sulla riforma costituzionale voluta dal centrosinistra, a prenderla sul serio come genuinamente federalista e addirittura anticiparne una interpretazione così innovativa. «Il riconoscimento della potestà legislativa concorrente alle Regioni in materia di mercato e rapporti di lavoro - leggiamo nel paragrafo I.1.3, intitolato Lavoro e federalismo - costituisce un elemento che occorre pienamente valorizzare, respingendo interpretazioni riduttive». Le Regioni, dunque, potranno legiferare, entro i limiti eventualmente fissati da leggi-quadro nazionali, anche in materia di lavoro.