ARCHIVIO DEGLI SCRITTI DI PIETRO ICHINO
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LO STRANO SCIOPERO DEGLI AVVOCATI
Avvocati e forme di lotta discutibili
Corriere della Sera, 12 luglio 2006

Strano sciopero, questo degli avvocati italiani. Uno sciopero che non produce perdite per chi lo pratica e neppure per il suo «datore di lavoro», ma fa danno soltanto a soggetti terzi e al corso della giustizia. L' avvocato «in sciopero» continua a lavorare e a guadagnare nel chiuso del suo studio, con la possibilità straordinaria di scegliere le udienze dalle quali astenersi, cioè quelle in cui ha interesse alla dilazione (per ottenere la prescrizione del reato, o per ritardare una sentenza civile che teme sfavorevole). Dove invece l' interesse alla dilazione non c' è, allora l' avvocato può sospendere lo sciopero per la durata della singola udienza: un po' come uno sciopero della fame che viene sospeso alle ore dei pasti. Gli avvocati che praticano questa assai discutibile forma di lotta intendono opporsi alle misure adottate dal governo la settimana scorsa, cui essi imputano di minare la figura tradizionale del libero professionista e il suo rapporto fiduciario personale con il cliente, favorendo l' avvento delle grandi legal firms all' americana. Si potrebbe obiettare loro che, nei due secoli passati, la difesa delle botteghe artigiane contro l' avvento della grande industria, o quella dei piccoli commercianti contro l' avvento dei supermercati, possono forse aver giovato agli stessi artigiani o piccoli commercianti, non certo alla grande massa dei consumatori. Ma la vera questione è che le vecchie norme, in parte riformate dal provvedimento del governo, non garantivano affatto il modo d' essere tradizionale della professione forense e nemmeno la correttezza del suo esercizio.



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