RIFORMA P.A.: PATTO SFUMATO PERCHÉ HANNO PEGGIORATO QUEL TESTO
A cura di Enrico Marro
Corriere della Sera, 26 febbraio 2009
ROMA - Professor Ichino, lei ha detto in Senato che tra i motivi per i quali accettò la candidatura offertale da Walter Veltroni c' era la possibilità di dare un contributo alla riforma della pubblica amministrazione. Ma alla fine la riforma è stata votata solo dalla maggioranza e sono andate deluse le speranze iniziali di un provvedimento bipartisan. «Io credo che il Pd abbia svolto fino in fondo il suo ruolo, in maniera incisiva - risponde il senatore Pietro Ichino -. La parte della riforma relativa alla valutazione e alla trasparenza dell' amministrazione è ancora la parte buona che abbiamo inserito noi. Ma poi, nel corso dell' iter parlamentare, il testo è stato marginalmente peggiorato». Perché? «Perché sono state introdotte norme fuori luogo, come quelle sulla Corte dei Conti e sulle nuove attribuzioni al Cnel, che avrebbero meritato appositi disegni di legge ben più meditati. Senza contare che con l' articolo 1 è stata inserita una norma provocatoria verso i sindacati, che prevede l' intervento anche con semplici regolamenti comunali e regionali sulle materie della contrattazione». Questo giustifica la non partecipazione al voto del Pd? «Non c' è dubbio che sulla scelta del partito abbiano influito anche il quadro politico generale e il difficile momento che sta attraversando il Pd, così come è vero che sulla valutazione complessiva del disegno di legge c' erano opinioni in parte divergenti, anche se è stato unanime il riconoscimento del lavoro positivo fatto da me insieme con i colleghi Treu e Bianco» Allora vi è mancato il coraggio e hanno prevalso gli «elementi di conservazione», come dice il ministro Brunetta? «No. Piuttosto è il governo che ha frenato rispetto alle nostre richieste di modifica». Lei si è molto impegnato per la riforma della pubblica amministrazione. Da esperto, pensa che alla fine la riforma Brunetta migliorerà la situazione o no? «Non lo si può dire prima di vedere i decreti delegati. Il dato positivo è che il ministro Brunetta ha preannunciato un pieno coinvolgimento di tutte le forze parlamentari nella redazione di questi decreti e nel controllo del loro contenuto: non ci tireremo indietro».

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