IL CONTRATTO DI LAVORO - VOL. I
Principi generali, autonomia individuale e collettiva, qualificazione, decentramento, differenziazione dei trattamenti
Giuffrè Editore, 15 aprile 2000
Premessa al libro:
Quando, cinque anni or sono, mi è stato affidato il compito di questa parte del Trattato, il campo di applicazione del diritto del lavoro era ancora compiutamente definito dalla nozione di « lavoro subordinato »: salvo che per gli aspetti processuali, il rapporto di « collaborazione personale coordinata e continuativa » di cui all’art. 409 n. 3 c.p.c. era ancora saldamente assoggettato all’ordinamento del lavoro autonomo. Nell’arco del quinquennio la situazione non e` mutata per quel che riguarda la disciplina privatistica di quest’ultimo rapporto; ma sul piano della disciplina previdenziale, con il suo assoggettamento all’assicurazione pensionistica e antiinfortunistica obbligatoria, si e` verificato un mutamento gravido di significato per il futuro; sono, infatti, in cantiere interventi legislativi volti a estendere al collaboratore continuativo e coordinato alcune protezioni inderogabili essenziali nei confronti del committente: probabilmente non equiparabili per intensita` a quelle proprie del lavoro subordinato tradizionale, ma idonee a spostare compiutamente il nuovo tipo di rapporto, sul piano sistematico, nel campo del diritto del lavoro.
Di questa situazione di transizione ho cercato di dare conto innanzitutto evidenziando, nel primo capitolo, la sfasatura tra la figura del lavoratore subordinato — oggetto pressoche´ esclusivo di protezione nei confronti del creditore secondo la legge ordinaria — e quella del lavoratore meritevole di protezione a norma degli artt. 35 ss. Cost., in quanto esposto alle distorsioni tipiche del mercato del lavoro, generatrici di dipendenza economica. Questa figura piu` ampia, che puo` indicarsi con il termine generico di « lavoro dipendente », oggi non costituisce ancora il punto di riferimento positivo per la delimitazione del campo di applicazione del diritto del lavoro di fonte legislativa ordinaria, la quale resta — sia pure prevedibilmente ancora per poco — ancorata alla nozione di « subordinazione » (e` sempre col termine « subordinazione » che il legislatore ha indicato finora tutti i tipi di rapporto di lavoro che ha inteso ricondurre nell’area della protezione inderogabile, anche quando essi non sono caratterizzati dall’assoggettamento pieno della prestazione lavorativa a eterodirezione e pertanto non sono sussumibili nella fattispecie maggiore del « lavoro nell’impresa » di cui all’art. 2094 c.c.: lavoro a domicilio, lavoro sportivo dell’atleta, lavoro domestico e alcune altre figure di rilievo minore). Ma quando un nucleo essenziale di disciplina inderogabile del rapporto fra creditore e prestatore di lavoro sara` stato esteso anche alla collaborazione personale continuativa e coordinata, dichiaratamente « non subordinata », questo imporra` una nuova sistemazione della materia, nella quale sara` opportuno riservare l’attributo della « subordinazione » (intesa in senso proprio) al solo tipo legale del lavoro assoggettato pienamente a eterodirezione, ricomprendendo invece tutti gli altri tipi legali del lavoro protetto nella nuova, assai piu` ampia categoria del « lavoro dipendente ».
A questa prospettiva si ispirano in questo libro il titolo e la struttura del quinto capitolo, dove la collaborazione continuativa e coordinata e` ancora trattata, nella prima sezione, soltanto in negativo, cioe` per escluderla dal campo di applicazione della protezione del lavoro subordinato, ma gia` compare una seconda sezione nella quale si da` conto delle prospettive di evoluzione del sistema e che — se e quando tali prospettive diventeranno realta` — e` pronta a ospitare la trattazione del nuovo istituto in una eventuale futura edizione.
La prospettiva di espansione ulteriore del campo di applicazione del diritto del lavoro non deve, tuttavia, far pensare che nel ventunesimo secolo questa branca dell’ordinamento sia destinata a uno sviluppo altrettanto continuo e incontrastato quanto quello che essa ha vissuto nel corso del secolo passato. Archiviata definitivamente la fase nella quale era evidente l’utilita` generale dell’intervento dell’ordinamento, operato nella forma del regolamento inderogabile, per correggere le distorsioni di un mercato del lavoro strutturalmente monopsonistico, il diritto del lavoro e` costretto oggi a interrogarsi sulla propria ragion d’essere essenziale. Nel nostro ordinamento costituzionale, il passaggio a un mercato del lavoro maturo, tipico della societa` postindustriale, pone in termini nuovi non soltanto la questione della definizione razionale del lavoro meritevole di protezione e della conseguente redistribuzione delle tutele, ma anche l’esigenza non meno cruciale di coniugare e conciliare la protezione del lavoratore nell’impresa con la protezione del lavoratore nel mercato. Nell’ordinamento comunitario, inoltre, alle due suddette questioni si aggiunge quella del contrasto in cui possono porsi i principi della liberta` sindacale e dell’autonomia sindacale con il principio di tutela della concorrenza, sia perche´ non puo` darsi per scontata la coincidenza degli interessi di chi un lavoro regolare lo ha gia` con quelli di chi ne e` escluso, sia perche´ sotto la forma della regolamentazione collettiva dei rapporti di lavoro puo` nascondersi una restrizione indebita della concorrenza fra imprese, soprattutto nel mercato dei servizi.
Si tratta sempre di questioni di natura squisitamente giuridica; ma nessuna di esse puo` essere affrontata con il solo armamentario concettuale della scienza giuridica tradizionale: il discorso del giurista qui non puo` prescindere dal contributo dell’economista. È questo il motivo per cui in ciascun capitolo del libro ho cercato di arricchire il discorso con il riferimento, sia pure al livello poco piu` che elementare di cui sono capace, agli schemi concettuali proposti sulla stessa materia dalla scienza economica.
Cosi`, nel primo capitolo, il concetto di « lavoro » a cui si riferisce la protezione disposta dal titolo III della Costituzione e il contenuto della protezione stessa vengono individuati anche mediante il ricorso ad alcuni dei principali modelli economici che spiegano le possibili funzioni del diritto del lavoro in relazione ai molteplici interessi in gioco e alle svariate possibili disfunzioni del mercato del lavoro: assume importanza cruciale, su questo terreno, il riferimento alla nozione di « dipendenza economica », generatrice del bisogno di protezione, che in un mercato del lavoro maturo puo` essere tipicamente determinata dal rilevante protrarsi della prestazione nel tempo e dal suo essere destinata in modo esclusivo o prevalente a un unico committente. Nel secondo capitolo la tradizionale e ben nota divergenza di ispirazione e di contenuti fra l’ordinamento costruito dall’O.I.L. negli ottanta anni della sua esistenza e l’assai piu` giovane ordinamento comunitario, nella nostra materia, e` spiegata come conseguenza delle esigenze diverse a cui il diritto del lavoro deve rispondere in una situazione di monopsonio strutturale (quale e` quella tipica del mercato del lavoro nella prima fase di sviluppo industriale) e in una situazione di monopsonio dinamico (quale e` quella tipica del mercato del lavoro piu` maturo). Nello stesso ordine di idee, gli interventi degli ordinamenti comunitario e nazionale tipicamente volti a correggere le distorsioni del monopsonio dinamico, attraverso l’offerta ai lavoratori di servizi efficaci in materia di informazione, formazione e mobilita` geografica, nonche´ le garanzie dirette e indirette della liberta` di circolazione dei lavoratori, impongono di aggiungere alle parti in cui il diritto del lavoro tradizionalmente si divide (diritto sindacale e diritto del rapporto individuale) una parte ulteriore a se´ stante: quella dei diritti del lavoratore nel mercato, che e` oggetto del terzo capitolo.
L’intento di porre in comunicazione l’approccio giuridico con quello economico (oltre che con quello sociologico) alla materia caratterizza anche i capitoli successivi. Nel quarto, dedicato alla liberta` di coalizione e all’autonomia collettiva, mi sono proposto di individuare gli interessi economici meritevoli della tutela speciale propria del diritto sindacale, per distinguerli dagli interessi in relazione ai quali non si giustifica razionalmente l’applicazione di principi e regole diversi da quelli del diritto comune dei contratti. Il quinto capitolo, dedicato all’individuazione dei tipi legali del lavoro subordinato e parasubordinato e ai problemi della qualificazione, si apre con il riferimento alle due teorie principali proposte dalla scienza economica circa la natura e funzione del rapporto di lavoro « nell’impresa » e la nozione di subordinazione; e si apre con una discussione critica circa gli interessi economici in gioco anche il capitolo successivo, dedicato alla segmentazione del processo produttivo e ai rapporti interpositori. Nel settimo, infine, il discorso sui principi di parita` di trattamento e non discriminazione e` arricchito dal riferimento ai modelli proposti dalla scienza economica per la spiegazione delle differenziazioni di trattamento e dei comportamenti discriminatori, dei loro effetti, nonche´ degli effetti prodotti dalle misure antidiscriminatorie imposte dall’ordinamento.
Molte delle materie che sono oggetto di questa prima parte del libro sono particolarmente caratterizzate da un grave ritardo nella sistemazione legislativa — o addirittura dalla rinuncia del legislatore a provvedere in modo compiuto — e dal conseguente configurarsi della norma applicabile come frutto di una evoluzione dottrinale e giurisprudenziale assai lunga e travagliata: penso, oltre che alla materia della qualificazione del rapporto di lavoro, anche e soprattutto a quelle del contratto collettivo, del divieto di interposizione, dei criteri di differenziazione dei trattamenti, della definizione delle categorie professionali indicate nel codice civile. Il servizio che mi sono proposto di rendere al lettore nella trattazione di queste materie — approfittando del maggiore spazio disponibile in questa sede, rispetto a quello di una trattazione destinata a fini didattici — e` di dar conto non soltanto del punto di arrivo attuale dell’evoluzione dottrinale e giurisprudenziale e delle indicazioni pratiche che possono trarsene, ma anche, sia pure sinteticamente, del dibattito precedente, fin dalle origini: cosa che mi sembra utile innanzitutto perche´ la conoscenza del cammino percorso e` indispensabile per orientarsi con sicurezza nel dibattito attuale; inoltre perche´ accade con una certa frequenza che un contributo dottrinale o un orientamento giurisprudenziale, rimasti in un primo tempo minoritari, o addirittura del tutto isolati, meritino di essere rivalutati a distanza di anni o decenni.
Lo stesso approccio caratterizzera` il secondo volume, ancora in preparazione, nel quale saranno trattate le materie della retribuzione, delle mansioni e ius variandi, del tempo della prestazione e relative sospensioni, della disciplina della circolazione delle informazioni e tutela della riservatezza del datore e del prestatore, del potere disciplinare, della cessazione del rapporto e della tutela dei diritti del lavoratore.
La pubblicazione di questo libro non sarebbe stata possibile senza l’aiuto di un gran numero di colleghe e colleghi, che mi hanno dato il loro aiuto leggendo quanto andavo scrivendo, segnalandomi errori e lacune, talvolta suggerendo molto utilmente una diversa impostazione dell’esposizione. Devo ringraziare per questo in primo luogo il Direttore del Trattato Luigi Mengoni e Giuseppe Pera, ai quali ho via via sottoposto l’intero dattiloscritto. Inoltre Fausto Pocar e Luisa Isenburg per il secondo capitolo, sulle fonti internazionali; Fausto Capelli per la sezione del terzo capitolo dedicata alla liberta` di circolazione, con particolare riferimento al diritto comunitario; Andrea Fortunat per quella dedicata alla nuova disciplina del collocamento obbligatorio; Guglielmo Burragato per il quarto capitolo sull’autonomia collettiva e il sesto sulla segmentazione del processo produttivo; Stefano Liebman per il paragrafo sull’interpretazione dei contratti collettivi e quello sugli usi aziendali; Olivia Bonardi e Massimo Pallini per la sezione del sesto capitolo sul divieto di interposizione (per la quale sono peraltro debitore anche a tutti coloro che mi hanno aiutato nella preparazione della relazione per il convegno dell’Aidlass del giugno dello scorso anno, ai quali tutti ho rivolto un ringraziamento in quella sede: v. RIDL, 1999, III, p. 150); Michele Tiraboschi per la sezione dello stesso capitolo dedicata al lavoro temporaneo tramite agenzia; Gisella De Simone per quella sul distacco e il lavoro nei gruppi di imprese; Daniele Checchi per la parte del settimo capitolo sulle teorie economiche in materia di differenziazione di trattamento e discriminazioni; mio fratello Andrea e gli economisti Michele Grillo e Michele Polo, con i quali ho discusso i concetti e i modelli economici a cui ho fatto riferimento nei primi sei capitoli; infine Claudia Ogriseg, che ha collaborato senza risparmio di energie e con grande precisione all’elaborazione e al controllo dell’intero apparato delle note ai primi cinque capitoli.
È accaduto talvolta che io abbia scelto di disattendere le correzioni o le integrazioni suggeritemi da chi mi ha aiutato: non e` dunque affatto rituale la precisazione che ogni responsabilita` per errori e manchevolezze e` esclusivamente mia.
Pietro Ichino
Milano, Pasqua 2000
Capitolo I - RAGION D’ESSERE SOCIO-ECONOMICA E FONDAMENTO COSTITUZIONALE DEL DIRITTO DEL LAVORO
Capitolo II - L’ORDINAMENTO DEL LAVORO INTERNAZIONALE E QUELLO COMUNITARIO
Capitolo III - I DIRITTI DEL LAVORATORE NEL MERCATO
Capitolo IV - LA LIBERTA` DI COALIZIONE E LA CONTRATTAZIONE COLLETTIVA
Capitolo V - I TIPI LEGALI DEL LAVORO DIPENDENTE
Capitolo VI - LA SEGMENTAZIONE DEL PROCESSO PRODUTTIVO E I SUOI EFFETTI SUL RAPPORTO DI LAVORO
Capitolo VII - DIFFERENZIAZIONE DEI TRATTAMENTI E INQUADRAMENTO PROFESSIONALE
Sommario
Indice analitico
Indice autori
Indice fonti
inoltra |