ARCHIVIO DEGLI SCRITTI DI PIETRO ICHINO
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L'INTELLIGENZA DEL LAVORO
Quando sono i lavoratori a scegliersi l'imprenditore
Milano, Rizzoli, 19 maggio 2020

INDICE DEL LIBRO

Prefazione

Introduzione

I – La notizia falsa della fine del lavoro e la notizia buona dei giacimenti occupazionali (ancora inutilizzati)

1. L’automazione e l’intelligenza artificiale non ridurranno la domanda di lavoro umano. – 2. Lo scandalo dei giacimenti occupazionali inutilizzati e come li si possono sfruttare. –3. Che cosa rende difficile l’incontro fra la domanda di lavoro e l’offerta, soprattutto giovanile. – 4. I difetti del sistema della formazione professionale. – 5. L’orientamento professionale pressoché inesistente. –6. Come può essere attivato il monitoraggio degli esiti di ciascun corso di formazione. – 7. Come può essere attivato un servizio efficiente per la copertura delle hard to fill vacancies. – 8. La garanzia sociale di nuova generazione nel mercato del lavoro. – 9. Perché è dannosa l’idea di una “minorità” ineliminabile del lavoro subordinato. – Riferimenti bibliografici.

II – Quando sono i lavoratori a scegliersi l’imprenditore

10. Perché è importante la concorrenza tra gli imprenditori nel mercato del lavoro. – 11. Le politiche che riducono e quelle che aumentano la concorrenza sul versante della domanda di lavoro. – 13. Quattro obiezioni di natura giuridica all’idea dei lavoratori che ingaggiano l’imprenditore. – 14. Sei obiezioni di natura socio-economica alla configurabilità di un “mercato dell’intrapresa”. – 15. Breve censimento delle forme possibili dell’ingaggio dell’imprenditore da parte del collettivo dei lavoratori. – 16. La grande contraddizione tra l’insoddisfazione per l’imprenditoria indigena e la chiusura nei confronti delle alternative che si offrono su scala mondiale. – 17. “Alfa” e “omega”: due modelli di sindacato e di politiche del lavoro. – Riferimenti bibliografici.

III – L’ingaggio o rifiuto collettivo dell’imprenditore: alcuni casi recenti

18. Come si scaccia un imprenditore che offre il doppio: il caso delle ferrovie lombarde nel 2005. – 19. La scelta dell’imprenditore compiuta dai lavoratori Alitalia nel 2008 e nel 2017. – 20. La rinuncia dello stabilimento Alfa di Arese a candidarsi per la produzione della Micra Coupé nel 2000. – 21. I casi analoghi verificatisi per la gestione delle autostrade, nel settore bancario, nella vicenda Telecom.22. Quando, invece, i lavoratori ingaggiano l’imprenditore migliore scommettendo sul suo piano industriale: la vicenda Fiat del 2010. – 23. La scelta di fare a meno dell’imprenditore. – 24. La scelta tra rimanere con il vecchio imprenditore e andare alla ricerca di uno nuovo: il caso Almaviva nel 2017. – 25. L’importanza dell’attitudine a valutare il piano industriale. – 26. L’ingaggio della Nissan da parte dei lavoratori di Sunderland nel 1985. – 27. Un modo diverso di guardare alla questione dello sviluppo del lavoro regolare nel Mezzogiorno. – 28. Un caso dei nostri giorni: il disastro dell’acciaieria di Taranto e il difetto di civicness. – Riferimenti bibliografici.

IV – Il sindacato come intelligenza del lavoro

29. Il sindacato 4.0 e l’impresa alla ricerca della propria anima. – 30. Il problematico spostamento del baricentro della contrattazione collettiva verso la periferia: la svolta del 2010. – 31. I cambiamenti recenti del contesto. – 32. Chi rappresenta e difende il “quinto stato”? – 33. Il nuovo sindacato come intelligenza del lavoro nel “mercato dell’intrapresa”. – 34. Il nuovo sindacato come antidoto contro le ansie da globalizzazione (oltre che protezione dai suoi rischi). – 35. Il nuovo sindacato come intelligenza del lavoro dentro l’azienda. – 36. Dalla qualità alla quantità: il problema della misurazione della rappresentatività. – 37. La crepa interna dell’articolo 39 della Costituzione. – 38. Che fare, dunque, oggi sul piano legislativo? – 39. La misurazione della rappresentatività al servizio del pluralismo sindacale. – 40. La rivincita della contrattazione collettiva nei confronti della legge. – Riferimenti bibliografici.

V – Pluralismo sindacale e pluralismo dei modelli di partecipazione nell’impresa

41. Né exitvoice per i lavoratori nelle aziende italiane dopo la Liberazione: dai consigli di gestione alle commissioni interne. — 42. Il non decollo della partecipazione neppure nella stagione della contrattazione articolata, negli anni ’60 e ’70. — 43. Il nuovo lessico della peculiarità italiana: «democrazia economica» vs «democrazia industriale». — 44. Le contrapposizioni in seno al movimento sindacale dopo la caduta del Muro. — 45. Le ragioni economiche di un intervento legislativo. — 46. Il dibattito nella XVI legislatura e la delega nella legge Fornero del 2012. — 47. Le ragioni a sostegno di un sistema pluralista: aumentare l’opzione exit per aumentare l’opzione voice. – 48. Ancora “alfa” e “omega”: i due tipi normativi contrapposti di rapporto di lavoro cui alludono gli articoli 36 e 46 della Costituzione. – 49. Ancora sui due prototipi contrapposti: sindacato “alfa” e sindacato “omega”. – 50. Lo svuotamento di fatto del principio costituzionale del pluralismo sindacale. – 51. Il vero pluralismo sindacale come valore positivo, da promuovere mediante una cornice istituzionale appropriata. – Riferimenti bibliografici.

Scritti citati

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