CHE COSA IMPEDISCE AI LAVORATORI DI SCEGLIERSI L’IMPRENDITORE
Relazione introduttiva al convegno svoltosi a Bologna (versione in lingua italiana ed inglese)
Giornale di diritto del lavoro e di relazioni industriali, 20 giugno 2007
Pubblicato in Atti del convegno, Bologna, 20 e 21 giugno 2007: Il lavoro: valore, significato, identità, regole, Zanichelli, 2009; e in Giornale di diritto del lavoro e di relazioni industriali, 2007.
Sommario:
1. La protezione migliore contro lo sfruttamento e l’arbitrio del più forte.
2. Rovesciare la re-gola di Marshall-Hicks.
3. Una nuova chiave di lettura del mercato del lavoro nella quale sono (anche) i lavoratori a scegliere e “ingaggiare” l’imprenditore.
4. Le obiezioni all’idea dei lavoratori che ingaggiano l’imprenditore. Il limite del divieto di concorrenza. Il tramonto del divieto dello storno di dipendenti.
5. Breve censimento delle forme possibili dell’“ingaggio” dell’imprenditore da parte dei lavoratori.
6. La grande contraddizione tra l’insoddisfazione per l’imprenditoria indigena e la chiusura nei confronti delle alternative che si offrono su scala mondiale.
7. Alfa e omega: due modelli di sindacato e di politiche del lavoro.
8. Quando i lavoratori si precludono l’ingaggio dell’imprenditore migliore: il caso delle ferrovie.
9. Segue. Il caso Alitalia.
10. Segue. Il caso dell’Alfa Romeo di Arese.
11. Segue. I casi analoghi verificatisi di recente per la gestione delle autostrade, nel settore bancario, nella vicenda Telecom.
12. Importanza della volontà e dell’attitudine a valutare il piano industriale e, se del caso, a scommettere su di esso.
13. Poter negoziare a 360 gradi anche al livello aziendale, per poter “ingaggiare” l’imprenditore migliore.
14. I “paletti” a difesa del vecchio modello standard nazionale contro i modelli nuovi di impresa.
15. Un modo diverso di guardare alla questione dello sviluppo del lavoro regolare nel Mezzogiorno.
16. Il vero problema: l’enorme aumento delle disuguaglianze di produttività e quindi di reddito tra i lavoratori.
17. Perché può essere pericolosa l’idea di una minorità ontologicamente propria del lavoro subordinato.

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