L’ANIMA LABURISTA DELLA LEGGE BIAGI
Subordinazione e “dipendenza” nella definizione della fattispecie di riferimento del diritto del lavoro
Napoli, Relazione, 28 gennaio 2005
Pubblicato in Giustizia civile, Giuffrè Editore, 2005, p. 131-149.
Sommario:
I. – LA RATIO DELLA NUOVA NORMA: SVINCOLARE IL DIRITTO DEL LAVORO DALLA SUBORDINAZIONE.
1. Le due anime della riforma.
2. La questione se il bisogno di tutela nasca dall’assoggettamento del lavoratore al potere direttivo o dalla sua posizione di “dipendenza”.
3. La svalutazione dell’assoggettamento della prestazione al potere direttivo del creditore come elemento essenziale della fattispecie nella costruzione di Mario Napoli.
4. La ratio severa della nuova norma e le difficoltà della sua traduzione in atto.
II. LA LAW IN ACTION: COME FUNZIONERÀ DI FATTO LA NUOVA NORMA.
5. L’interesse produttivo temporalmente limitato come nuovo discrimen decisivo, almeno sul piano dell’azione amministrativa.
6. L’effetto pratico della riforma: l’assoggettamento pieno al potere direttivo non è più necessario perché si applichi il diritto del lavoro nella sua versione più incisiva
7. Una facile profezia: l’alto rischio che ancora una volta i furbi finiscano coll’essere premiati.
III. LA LAW IN THE CODE: ALCUNI PROBLEMI INTERPRETATIVI E UNA NUOVA PROSPETTIVA SISTEMATICA.
8. Una lettura logica del primo comma dell’art. 61, coerente con l’intendimento pratico del legislatore.
9. Il tentativo di superare contraddizioni e sofferenze della nuova norma, nella lettura sofisticata proposta da Marcello Pedrazzoli che la svuota di significato pratico.
10. L’opzione per la lettura più rigorista e l’argomentazione proponibile in difesa della sua compatibilità con la Costituzione.
11. Il rischio di ineffettività della riforma e il rischio che il nuovo “Statuto dei lavori” segni un ritorno indietro.
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